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Bandabardò: "Potere alle donne!". L'intervista a Erriquez

Il tour della Bandabardò ha fatto tappa al Palaroma di Montesilvano lo scorso 16 dicembre. Il live si è aperto con una canzone che contiene un suggerimento ottimisticamente "bandabardottiano": Sempre allegri bisogna stare. Gli spettatori abruzzesi accolgono con un fervore atipico la Bandabardò. Ci sono dei fedelissimi che seguono ogni concerto, e d'altronde uno dei maggiori punti di forza di questa banda è il calore che riesce a trasmettere ogni volta con rinnovato entusiasmo al suo pubblico. Che non è più tale, perché il fluido che emana avvolge e travolge tutti, facendoli sentire parte della banda stessa. 

Il tour propone anche il lancio del nuovo e attesissimo disco della BB, 'Scaccianuvole', che riporta come sempre a galla temi sociali e umani cari alla Bandabardò, che non si tira mai indietro quando deve denunciare o sbeffeggiare l'abuso del potere, i privilegi delle caste, la difficoltà e il malessere di vivere della gente "comune". Non mancano però l'incitazione a non perdere la voglia di vivere, di ridere, di ballare e di cantare e l'incredibile arte di poetare di questi artisti fuori da ogni schema, che urlano "lasciate libera la libertà" in Rosa Luxembourg e restituiscono un sorriso e un attimo di fiducia nella vita e nel prossimo in una serata magica come lo sono tutte quelle a cui abbiamo potuto assistere. Senza eccezioni. 

Non mancano divertimento e sorprese, come un inatteso Ramon in veste canora che si esibisce in un brano degno degli attualissimi "bunga bunga": Godi. Sappiamo che "le parole servon tanto ma il cuore fa di più", e lo sanno anche loro, che non dimenticano mai di dare importanza e risalto a tutti quelli che lavorano dietro le quinte e agli amici di Emergency che sono sempre presenti. C'è un flusso di energia continuo a ogni concerto della BB, che non si interrompe neanche dopo la fine del concerto, quando, scesi dal palco, gli artisti lasciano le porte dei camerini aperte: la loro disponibilità è encomiabile e la voglia di comunicare con la gente non si placa. Ne è testimonianza il dialogo (più che un'intervista tale è stato) tra noi ed Erriquez, voce del gruppo in ogni senso. Grazie alla sua magica capacità di narrare e alla dialettica coinvolgente, ha risposto alle nostre domande come si farebbe durante una chiacchierata tra vecchi amici. 

18 anni di viaggio insieme, oltre mille concerti, 11 album. Nonostante siate un gruppo che non si è mai piegato alle regole della musica commerciale, non avete perso un colpo. Come te lo spieghi? 
Perché abbiamo affrontato tutto come un grande divertimento. Abbiamo sempre viaggiato, abbiamo visto tantissimi Paesi, abbiamo suonato in Italia, in Europa e nel mondo. Per citare alcuni dei nostri concerti: in Messico, a Cracovia, nei Paesi Baschi... dove le favole sai come finiscono? Non nel classico "e vissero felici e contenti", ma "se vissero felici, morirono contenti". Abbiamo inoltre cercato di avere e di mantenere una politica di costi bassi per non stressare la gente che ci vuole bene. Tutto fa parte di un gigantesco divertimento perché quello che facciamo per noi è curativo. Mi spiego: nella vita, come tutti, abbiamo vissuto momenti difficili e tragici, come la perdita di una persona amata, ma ci siamo rialzati insieme, siamo andati avanti insieme e con l'entusiasmo di suonare e di fare una cosa che ci piace davvero.

Il nuovo album si intitola "Scaccianuvole": perché questo nome e di cosa parla? 
Parla della situazione che stiamo vivendo in Italia. Noi ci riteniamo cronisti di quello che viviamo, e quindi raccogliamo paure, speranze, progetti, tentativi di fuga e tentativi di convivenza con quello che è lo stato delle cose. Il disco vuole essere un ritratto dell'Italia sotto questa coltre di nuvole, dove succedono cose meravigliose e cose orrende. Ci sono ritratti di italiani che devono migrare all'estero perché qui non hanno speranze. E' un disco diverso, che non metti in macchina mentre guidi o per ballare, ma concepito come un vinile di una volta. Un disco molto intimo, da sentire leggendo i testi, come si ascoltavano i dischi una volta... riascoltandoli più volte. E infatti lo si deve ascoltare più volte per coglierne la sensualità e il senso. Oggi si è persa l'idea di disco, non si dà più fiducia all'artista, ci si ferma all'ascolto dei due o tre pezzi più orecchiabili, e non si presta attenzione al lavoro dell'artista nella sua interezza. Questo sistema viene adottato anche nella promozione dei dischi: si pensa in funzione del lancio del singolo. 

Nel vostro manifesto c'è scritto: "Noi lottiamo per un mondo a misura di donna e di bambino". Come vi impegnate in tal senso con la musica? 
Siamo così convinti che la conduzione maschile del mondo sia stata un fallimento totale da chiederci: perché non far provare alle donne? Che hanno un'apertura mentale differente, non pensano a imporre la forza fisica, ma pensano a proteggere. Questo vorremmo nel mondo: capi di stato che pensino alla pace e a proteggerci. Bisogna rimettere a zero tutto e ricominciare con un mondo nuovo, che sia per l'appunto a misura di donna e di bambino, che sono le creature più indifese. Per i bambini ci siamo impegnati in varie iniziative, come ad esempio il contributo per la costruzione di una scuola in Messico per gli zapatisti. Poi abbiamo realizzato il progetto "Sette x uno", che è un album registrato da sette artisti uniti per un unico scopo, quello di aiutare la campagna di Save the Children in favore della scolarizzazione in una regione del Nord Etiopia (Tigray). 

Angela Salvatore

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